quarta-feira, 6 de julho de 2011

Su la canzone

La canzone

Secondo il "Dizionario delle canzoni italiane" di Dario Salvatori (elleu multimedia), "La malinconica melodia del brano è stemperata dagli accenti scanzonati e dalla solita arguzia di Spadaro, che così evita di cadere nella retorica stucchevole dell'epoca, facendone un classico della canzone". Gianni Borgna, autore della "Storia della canzone italiana" (Mondadori), analizza lo stile di Spadaro: "aveva un timbro della voce morbido ed elastico, un'inconfondibile dizione liquida ed elusiva, adatta ai colori del sentimento come a quelli della canzonatura, e una vena e uno spirito crepuscolari, con una nota di toscanità fra vernacolare e palazzeschiana. (…) Le sue canzoni sono veri e propri capolavori di arguzia e bonomia, talvolta scanzonate, più spesso teneramente malinconiche. Come dire, dichiaratamente antiretoriche: un merito, questo, davvero straordinario per un'epoca di clamori e facile propaganda".
"Porta un bacione a Firenze" ha avuto numerosi interpreti negli anni - ma merita una particolare segnalazione l'interpretazione di Nada, che rispolverò il brano nel 1971 a "Canzonissima", con una decisione a sorpresa: sulle prime, sembrava che la giovane cantante dovesse eseguire il suo nuovo brano "Tic toc". Invece, ad inaugurare la gara televisiva fu il brano di Spadaro. "E' molto semplice", dichiarò Nada: "Io sono toscana, il mio paroliere Migliacci è toscano, il direttore della mia casa discografica è toscano… Abbiamo puntato sulla Toscana anche per la canzone, sperando che ci porti fortuna". Il brano in effetti venne votato tramite cartolina postale da quasi 200.000 spettatori, consentendo alla 18enne cantante livornese di passare al turno successivo - durante il quale fu invece eliminata. "Porta un bacione a Firenze" è tuttora uno dei brani del repertorio di Nada, come si nota da "Nada Trio" (2000), l'album ricavato dal tour in cui è stata accompagnata da Fausto Mesolella e Ferruccio Spinetti della Piccola Orchestra Avion Travel.

La porti un bacione a Firenze

Il testo - Edoardo D. Lazzaro C. Bruno


Partivo una mattina co'i' vapore
e una bella bambina gli arrivò.
Vedendomi la fa: Scusi signore!
Perdoni, l'è di' ffiore, sì lo so.
Lei torna a casa lieto, ben lo vedo
ed un favore piccolo qui chiedo.
La porti un bacione a Firenze,
che l'è la mia città
che in cuore ho sempre qui.
La porti un bacione a Firenze,
lavoro sol per rivederla un dì.

Son figlia d'emigrante,
per questo son distante,
lavoro perchè un giorno a casa tornerò.
La porti un bacione a Firenze:
se la rivedo e' glielo renderò.

Bella bambina! Le ho risposto allora.
Il tuo bacione a'ccasa porterò.
E per tranquillità sin da quest'ora,
in viaggio chiuso a chiave lo terrò.
Ma appena giunto a'ccasa te lo mgiuro,
il bacio verso i'ccielo andrà sicuro.
Io porto il tuo bacio a Firenze
che l'è la tua città
ed anche l'è di me.

Io porto il tuo bacio a Firenze
nè mai, giammai potrò scordarmi te.
Sei figlia d'emigrante,
per questo sei distante,
ma stà sicura un giorno a'ccasa tornerai.
Io porto il tuo bacio a Firenze
e da Firenze tanti baci avrai.

L'è vera questa storia e se la un fosse
la può passar per vera sol perchè,
so bene e'lucciconi e quanta tosse
gli ha chi distante dalla Patria gli è.
Così ogni fiorentino ch'è lontano,
vedendoti partir ti dirà piano:
La porti un bacione a Firenze;
gli è tanto che un ci vò;
ci crede? Più un ci stò!

La porti un bacione a Firenze;
un vedo l'ora quando tornerò.
La nostra cittadina
graziosa e sì carina,
la ci ha tant'anni eppure la
un n'invecchia mai.
Io porto i bacioni a Firenze
di tutti i fiorentini che incontrai.


Partivo una mattina co'i' vapore
e una bella bambina gli arrivò.
Vedendomi la fa: Scusi signore!
Perdoni, l'è di' ffiore, sì lo so.
Lei torna a casa lieto, ben lo vedo
ed un favore piccolo qui chiedo.
La porti un bacione a Firenze,
che l'è la mia città
che in cuore ho sempre qui.
La porti un bacione a Firenze,
lavoro sol per rivederla un dì.

Son figlia d'emigrante,
per questo son distante,
lavoro perchè un giorno a casa tornerò.
La porti un bacione a Firenze:
se la rivedo e' glielo renderò.

Bella bambina! Le ho risposto allora.
Il tuo bacione a'ccasa porterò.
E per tranquillità sin da quest'ora,
in viaggio chiuso a chiave lo terrò.
Ma appena giunto a'ccasa te lo mgiuro,
il bacio verso i'ccielo andrà sicuro.
Io porto il tuo bacio a Firenze
che l'è la tua città
ed anche l'è di me.

Io porto il tuo bacio a Firenze
nè mai, giammai potrò scordarmi te.
Sei figlia d'emigrante,
per questo sei distante,
ma stà sicura un giorno a'ccasa tornerai.
Io porto il tuo bacio a Firenze
e da Firenze tanti baci avrai.

L'è vera questa storia e se la un fosse
la può passar per vera sol perchè,
so bene e'lucciconi e quanta tosse
gli ha chi distante dalla Patria gli è.
Così ogni fiorentino ch'è lontano,
vedendoti partir ti dirà piano:
La porti un bacione a Firenze;
gli è tanto che un ci vò;
ci crede? Più un ci stò!

La porti un bacione a Firenze;
un vedo l'ora quando tornerò.
La nostra cittadina
graziosa e sì carina,
la ci ha tant'anni eppure la
un n'invecchia mai.
Io porto i bacioni a Firenze
di tutti i fiorentini che incontrai.